Il tesoro più prezioso

Rating PG 14 Autrice: * Violet *

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    Ultra Mangaka

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    TITOLO: Il tesoro più prezioso
    AUTORE: * Violet *
    RATING: PG 14
    BREVE SUNTO: " Sommo Sacerdote, una donna è stata ferita qui fuori e chiedeva asilo al Santuario! "
    Ne aveva sentite di cose in duecentoquarantasette anni, Sion, ma qualcuno che chiedesse asilo al santuario ancora gli mancava; sicuramente non doveva essere una persona comune, nessuno conosceva il modo per entrare nè il mondo dei cavalieri. Strano che le stelle non l'avessero avvisato, o forse lui non aveva prestato la dovuta attenzione ai loro segnali?

    CONTIENE SPOILER: NO A volte potrei accennare ad alcuni eventi accaduti in "Lost Canvas" e quindi non so se possono già essere usciti tutti in Italia(nel manga si, l'anime non so), quindi non leggete in tal caso anche se si tratterà comunque solo di semplici accenni dato che Sion è stato uno dei protagonisti della serie
    GENERE: OOC, Slice of life fluff, Generale
    PERSONAGGI:Aries Shion - Homotsu (personaggio originale by * Violet *) - Mu e Homotsu(figlia) sotto forma di bebè
    Nota pre storia - Si tratta del prequel di " Specchi Infranti " (quindi posto prima questa) e narra la storia tra Sion e la donna che ha amato. Può comunque essere letta senza conoscerla, credo che possa piacere ugualmente. Siccome molte cose in quella storia sono What If ci tengo ad alcune precisazioni:
    . Mu è figlio di Sion, così come Homotsu poi ma qui non compariranno..se non sotto forma di bebè; l'età di Mu in " Specchi Infranti" è di circa 26-27 anni ed essendo ambientata quella nel 1986 circa ho cercato di mantenermi fedele;
    . può essere che vada un pò OOC, è la prima volta che tratto Sion e non è neppure il mio preferito ma come tutti i pg di cui scrivo cercherò di renderlo piacevole;
    . mi trovo attualmente da un pc bislacco, per cui in seguito aggiungerò ogni possibile avvertimento e ci tengo a dire che si tratta di OOC, Slice of life, che sarà sentimentale, triste, quasi sicuramente con un finale tragico e che il mondo dei Saints l'ho forse rimaneggiato un pò.
    A volte potrei accennare ad alcuni eventi accaduti in "Lost Canvas" e quindi non so se possono già essere usciti tutti in Italia, quindi non leggete in tal caso anche se si tratterà comunque solo di semplici accenni dato che Sion è stato uno dei protagonisti della serie.

    Dopo queste premesse vi auguro buona lettura. Prevengo che probabilmente anche se sentimentale, non credo di soffermarmi su scene dettagliate di rapporti sessuali perchè non le ritengo al momento essenziali, anche se sicuramente succederà dati gli eventi. Se cambiassi in corso d'opera, sarete avvisati^^ Attendo i vostri commenti^^

    Vio

    CAPITOLO 1 -1

    Atene, 1957

    Il silenzio regnava sovrano nel regno di Atena, il Sacerdote quella notte si trovava sullo Star Hill a scrutare il cielo stellato, che era particolarmente luminoso. Era ancora troppo presto per il risveglio della Pallade ma era sempre bene tenersi informato sui movimenti degli astri e di ciò che era racchiuso nell'universo. La volta celeste era tranquilla e la silente atmosfera di quella notte rendeva i sensi dell'uomo molto più rilassati; era ben raro che si potesse concedere qualche momento solo per sè stesso, nonostante l'età decisamente avanzata. Quanti anni era che guardava le stelle in attesa della prossima guerra sacra? Il santuario era praticamente deserto, ogni tanto qualche cavaliere compariva ma si trattava solamente di casualità; se non aveva fatto male i calcoli probabilmente mancavano ancora trent'anni al risveglio totale dei protettori di Atena, e all'inizio del nuovo conflitto contro i nemici. Hades di sicuro, ma chi poteva dire se sarebbe stato l'unico? Forse anche Poseidone avrebbe interrotto quello che lui definiva letargo divino. Scrollò la testa, apprestandosi a lasciare quel luogo. Era inutile fare congetture, tutto poteva succedere e c'era solo da sperare di essere davvero all'altezza del compito di cui era stato investito.
    Non che a Dohko andasse meglio, visto che era perennemente a Goro-Ho a sorvegliare che il sigillo che Atena aveva imposto su Hades e le sue stelle malefiche continuasse a fare effetto. Due compiti duri ma che, almeno fino a quel momento, avevano svolto con efficacia e con dedizione; tuttavia a volte credeva che ripopolare le schiere ateniesi fosse quasi più difficile e si sentiva schiacchiato da quella responsabilità. Chissà se anche Sage, il suo predecessore, aveva avuto tutti quei dubbi: a quei tempi gli era sembrato molto sicuro e carismatico ma chi poteva davvero dire di conoscere a fondo un cavaliere? O anche solo un uomo?
    Era triste rientrare in un luogo un tempo pieno di vita, ed ora quasi del tutto deserto a parte qualche soldato e un numero decisamente sparuto di cavalieri, così optò per una passeggiata per la città. Atene era sempre splendida, e per fortuna la seconda guerra mondiale era ormai alle spalle: era rabbrividito al pensiero del conflitto che aveva sconvolto il mondo e aveva quasi temuto che le divinità decidessero di scendere in campo per frenare quella follia che aveva consumato milioni di vite. Ma naturalmente non era stato così, in fondo Atena e gli altri erano Dei, e come tali si preoccupava di difendere la Terra ma solo quando i soliti nemici arrivavano a minacciarla. Forse era un pò ingiusto ma la realtà non mentiva. Le onde del mare che sbatteva sulla costa era piacevole.
    Era notte fonda, a parte lui non c'era nessuno in giro così per una volta riuscì ad assaporare il profumo di salsedine sicuro che niente avrebbe potuto turbare quella pace. Non sapeva, Sion, che il destino lo stava lentamente avvicinando all'incontro più importante della sua vita, e non sarebbe stato neppure facile comprenderlo. Dopo alcune ore di quiete, quando iniziò ad albeggiare, l'anziano Sacerdote si avviò verso l'ingresso del Grande Tempio; i doveri li conosceva, poteva concedersi ogni tanto uno strappo alla regola ma sarebbe sempre tornato a presiedere il tredicesimo tempio.
    Non c'era freddo anche se l'inverno era ormai alle porte e l'aria si stava rinfrescando a dovere; la sua attenzione venne attirata da alcuni soldati non appena ebbe messo piede sul sacro suolo del Tempio. " Sommo Sacerdote, una donna è stata ferita qui fuori e chiedeva asilo al Santuario! "
    Ne aveva sentite di cose in duecentoquarantasette anni, Sion, ma qualcuno che chiedesse asilo al santuario ancora gli mancava; sicuramente non doveva essere una persona comune, nessuno conosceva il modo per entrare nè il mondo dei cavalieri. Strano che le stelle non l'avessero avvisato, o forse lui non aveva prestato la dovuta attenzione ai loro segnali? " Fatemi vedere. " La voce era pacata e gentile, e anche se portava quella maschera lo era pure la sua espressione; rimase colpito nel vedere un corpo svenuto coperto di sangue. Aveva lunghi boccoli lilla, una tunica stracciata ed era estremamente pallida ma poteva percepire un cosmo aleggiarle attorno, e questo lo bloccò; che cosa poteva mai fare, ora? Non riusciva a stabilirne la natura ma non pareva malvagio, semplicemente.. triste.. Chissà quanti anni aveva, a occhio e croce doveva averne una ventina: si sentiva quasi preistorico pensandoci.
    " La porto su nel tredicesimo tempio, andate a raccogliere informazioni e tornate a riferirmi. " Ordinò mentre bloccava l'emorragia che aveva colpito la sconosciuta; forse era una follia ma la prese gentilmente in braccio, cominciando a salire le scale e attraversando tutte le Case vuote fino ad adagiarla su un giaciglio in un'ala del tredicesimo tempio. Avrebbe atteso il suo risveglio, così da farle qualche domanda e decidere il da farsi.

    - continua -

    Modiificato dall'Admin per l'esigenza di separare i capitoli.

    Edited by Aresian - 16/8/2011, 16:02
     
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    Inserito dall'Admin per esigenza di separare i capitoli.

    IL TESORO PIU' PREZIOSO

    CAP. 2 - 2


    Un'ancella aveva informato Sion che finalmente la loro ospite si era svegliata, così con passo sicuro si mosse verso quella che era la stanza che temporaneamente le aveva assegnato. Aveva udito i bisbigli delle anziane donne che trovavano sconveniente la presenza della fanciulla nel tredicesimo tempio e si erano addirittura domandate se non fosse una parente del Sacerdote; memore di quelle parole aveva portato con sè una cosa da farle portare onde evitare di mettere entrambi in imbarazzo. Era anche la legge ad obbligarlo, in fondo, e lui non sarebbe mai venuto meno. " Ben svegliata, con chi ho l'onore di parlare? " Probabilmente la ragazza era già spaventata di suo nell'essersi trovata in un posto sconosciuto, tuttavia la visuale dell'uomo mascherato che le aveva rivolto la parola sembrava turbarla molto; portava una tunica candida e degli ornamenti che lei non aveva mai visto. Le avevano detto che era il Sacerdote, e di cosa? Era in una chiesa forse? Solo lì conosceva quel tipo di figura. Così rimase in silenzio, riluttante a dire di non sapere neppure il proprio nome: aveva un vuoto spaventoso nella testa e l'unica cosa di cui era certa era un tremendo dolore al petto e il buio totale. " Io.. non so cos'è successo..dove sono? "
    Sion trovò un pò seccante quella risposta ma attraverso i misteriosi canali dell'istinto sentiva che non gli stava mentendo, e che era davvero ignara di quello che era accaduto. Lo incuriosì molto che avesse omesso il proprio nome ma lo avrebbe prima o poi scoperto, poteva sorvolare su quel particolare per il momento; le si avvicinò, muovendosi con calma per non spaventarla. Gli dava l'idea di un uccellino ferito che cerca di scampare alla morte ma non aveva niente da temere, lui non aveva nessuna intenzione di farle del male ma solo di capire; le porse una maschera, candida e priva di qualunque espressione. " Comprendo. Sono desolato di doverti chiedere di indossarla ma la legge di questo Santuario proibisce alle donne di mostrare il loro volto. So che non rimarrai qui a lungo ma nel frattempo devo pregarti di portarla e di non contravvenire alle nostre regole. "
    Per un momento pensò di avere esagerato. Nonostante la calma pacata che trasudava dalla sua voce gli sembrava assurdo costringerla a portare una maschera, nonostante le regole parlassero diversamente; era curioso il suo modo di fare, rimaneva in silenzio ma non sembrava troppo dispiaciuta di trovarsi lì. Gli dava l'idea di essere a proprio agio nella sacra protezione del Santuario, e non le poteva dare torto visto che anche lui si sentiva come a casa propria quando stava lì. Lei prese l'oggetto fissandolo curiosa, per poi portare lo sguardo prima sulle ancelle che portavano pure loro una maschera, e anche sull'uomo che le aveva appena parlato. " Ma tu sei un uomo, perchè la porti? "
    Una risatina soffocata alle sue spalle convinse Sion che le donne avevano cercato di trattenere quella reazione, ma non si voltò e tastò delicatamente la superficie della sua; era molto diversa da quella candida che le aveva consegnato, era più decorata e sopratutto non aveva alcuna restrizione. A volte si era sentito dispiaciuto per le sacerdotesse e le ancelle che dovevano portarla ma non era in suo potere cambiare una regola tanto antica. " E' semplicemente quella destinata a chi è Gran Sacerdote di Atena, al contrario io non sono obbligato a portarla anche se di solito lo faccio. " L'allusione a quella Dea che mancava da tanto nel Santuario gli era sfuggita ma non ci fu alcuna reazione di sorpresa da parte della ragazza, che si era limitata ad annuire per fargli intendere di avere capito la spiegazione. Aveva un curiosissimo colore rosso degli occhi, sembrava persino innaturale ma era molto bello e l'aveva notato prima che venisse nascosto dietro quella protezione. Non aveva protestato. Tutto ciò era sospetto così scelse di riprendere la parola.
    " I soldati dicono di averti trovata fuori dalle mura del Tempio ma ho l'impressione che tu fossi diretta qui; anche solo un dettaglio può essermi utile per provare ad aiutarti. " Già, lui voleva capire ma sopratutto aiutare l'ospite a tornare in breve tempo a casa propria: forse i genitori ne avevano denunciato la scomparsa ed erano angosciati? Non aveva idea se ne avesse ma di sicuro se questi esistevano, sarebbero stati angosciati dalla sua scomparsa; l'unica cosa che non aveva potuto avere in tutti quegli anni erano proprio i figli, e forse per questo era così premuroso con tutti. Era abbastanza anziano da essere padre persino di alcuni soldati ormai prossimi alla pensione. Avvertì una forte energia sprigionarsi da lei e fu costretto ad arretrare di un passo per non venirne travolto; per un momento pensò che avesse voluto colpirlo e realizzò quanto imprudente forse era stato portarla nel cuore del santuario. Però non ci aveva pensato, il suo primo pensiero era stato quello di aiutarla e per un istante aveva messo da parte quel ruolo che deteneva: se era pericolosa però avrebbe dovuto prendere provvedimenti. A sua grande sorpresa sembrava spaventata lei stessa, come se quel cosmo si fosse manifestato contro la sua volontà. " Io.. non lo so.. non ho ricordi.. "
    Anche la voce trasudava paura e fu questo a convincerlo - seppur con riluttanza - a non incolpare ingiustamente la ragazza. " Sono preoccupato, sei pericolosa, di sicuro non sei estranea a questo mondo ma percepisco che non mi stai mentendo. " Doveva esternare quel pensiero, per convincersi di essere capace di fare la scelta giusta, sopratutto nell'interesse del Grande Tempio e anche di lei in fondo, che aveva percepito il pericolo in quella frase e temesse che volesse ferirla in qualche modo.
    " Sei capace di camminare? " Alla fine Sion aveva trovato quella che poteva essere una soluzione e rimase in attesa della risposta confusa della ragazza che non capiva bene dove volesse arrivare. Al suo cenno positivo istruì le ancelle, affinchè la accompagnassero giù alla casa dell'Ariete, e le guardò allontanarsi. Non poteva tenerla lì senza che si scatenassero inutili pettegolezzi, tuttavia non poteva neppure mandarla via senza sentirsi colpevole: e se le fosse capitato qualcosa? Sapeva bene che chi non ricordava nulla del proprio passato era un pericolo molto più per sè stesso che per gli altri; certo era pericoloso lasciarla in quella dimora ma l'ingresso del Santuario era protetto da molti soldati, e comunque sarebbe stato facile raggiungerla se un nemico fosse arrivato. No, era la soluzione ideale. Sempre che quel cosmo sconosciuto non si fosse improvvisamente manifestato: aveva qualcosa di particolare, di già noto, che lo rendeva inquieto.
    Alcune ore dopo decise di scendere lui stesso per controllare che tutto fosse a posto, e la vide immobile ad osservare l'armatura d'oro dell'Ariete con espressione quasi intimorita. Ancora una volta si chiese se quella ragazza non fosse già al corrente del loro mondo, sembrava incredibilmente a suo agio o forse era l'effetto che il cosmo benevolo di Atena aveva su tutti? " Ti chiami Sion? " Per poco non lasciò cadere a terra quei fogli che gli erano stati portati; aveva richiesto che gli venissero forniti i dati delle persone scomparse in quell'ultimo mese ma non aveva trovato nulla che potesse anche solo somigliare alla giovane ospite che lo aveva appena sorpreso. " E tu come lo sai? " Lui non si era presentato, e nessuno nel Tempio gli si rivolgeva col suo nome; la studiò con estrema attenzione, lasciando che il suo cosmo sondasse i suoi pensieri ma non ci riuscì. Era la prima volta che non poteva accedere alle più segrete emozioni altrui: il cosmo era bloccato da qualche cosa di più grande, e ciò lo colpì negativamente.
    " Me l'ha detto questa armatura, è tua vero? E' molto dolce.. penso che ti somigli in parte. " La voce della ragazza era sicura, come se stesse parlando di una cosa banale come il tempo all'esterno, lasciando però Sion completamente spiazzato. Si avvicinò all'armatura. Non aveva mai saputo di qualcuno in grado di carpire informazioni dalle corazze dei cavalieri, salvo lui ovviamente che le conosceva e le riparava, e il suo tanto compianto maestro, il grande Hakurei dell'Altare. Ma anche Hakurei aveva un'empatia particolare con le armature, ed era stato quasi un'eredità: ma lei, come ci riusciva? Era forse destinata a divenire una sacerdotessa o peggio ancora, la custode di quel palazzo? Era molto strano perchè non aveva ricevuto alcun segno riguardo l'arrivo di un cavaliere d'oro, doveva esserci stato qualcos'altro capace di convincere l'armatura a rivelare parte dei suoi segreti. " Si era mia, ora non più. Mi piacerebbe sapere però il tuo nome, ora. "
    Era leggermente infastidito da tutte quelle strane scoperte, voleva avere finalmente qualche certezza ma la Gold Cloth sembrava suggerirgli che fosse lui a cercare un nome per quella ragazza che non ricodava nulla di sè. D'altronde non si poteva aspettare che l'armatura potesse dirgli chi fosse lei, non l'aveva mai posseduta. " Io non lo so... " Sentiva il dispiacere in quelle parole e sorrise, levando quella maschera; era stato un gesto involontario ma non aveva motivo di nascondere il suo volto. " Allora penserò io a dartene uno, lasciamici solo un pò per trovarlo d'accordo? "
    All'improvviso non era più preoccupato. Non trovava violenza in lei, era strana ma in fondo era solamente una persona senza più appigli; c'era quello strano nome che gli girava in testa.. Homotsu.. però non lo disse, gli sembrava inadatto per lei che neppure conosceva. Tesoro era una parola che avrebbe riservato solo a qualcuno che gli era veramente caro.

    - continua -

    Nota - credo di aver manipolato un pò la legge della maschera, estendendola a tutte le donne del GT invece che alle sole guerriere. Non so se è un errore ma in questa storia va bene così, in fondo pur sempre donne sono.
    Spero che vi posssa piacere.. dunque in LC le armature ovviamente non posson parlare, ma chi riesce a studiarle(Sion, Hakurei)può conoscere molte cose dei loro proprietari^^ ovviamente la cloth non prende vita si intende, diciamo che parla con questo cosmo particolare. Sion è un pò spiazzato, non sa se è pericolosa oppure no però decide comunque di aiutarla. Credo che ne vedremo delle belle in seguito XDDD al prossimo!

    Vio

    Edited by Aresian - 16/8/2011, 16:02
     
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    IL TESORO PIU' PREZIOSO

    CAP. 3 - 3




    Sion non ebbe modo di scoprire nulla sulla sua misteriosa ospite nei giorni successivi, non c'erano tracce che potessero in qualche modo aiutarlo a comprendere da dove fosse spuntata; apparentemente sembrava piombata dal nulla poco distante dal Santuario, nessun indizio su chi l'avesse ferita e nessuno che la cercava. Certo non aveva potuto mettersi a dare i dettagli in giro ma i soldati avevano svolto un lavoro pressocchè eccellente coi mezzi di cui disponevano: che cosa doveva farne, quindi? Non gli dava alcun fastidio tenerla lì ma poteva sempre essere pericoloso: se si fosse presentato un nemico o il Santuario fosse stato attaccato avrebbe potuto restare ferita.
    Il cosmo di cui aveva fatto mostra sembrava sopito, anche se ogni tanto si sorprendeva a studiarlo ma senza mai capirne l'origine; forse era una futura guerriera, era la risposta più logica a cui fosse giunto pensandoci. " Che aria seria che hai! " Venne distratto dalla voce argentina della ragazza senza nome, chiedendosi come aveva fatto a non captarne l'arrivo. Il tredicesimo tempio era deserto ma gli sembrava di non averla neppure sentita camminare.
    " Stavo pensando come capire qualcosa di te, non ti sei stancata a fare tutte le scale? " Erano tante dalla prima casa, e fino a quel momento non le aveva ancora fatte da sola; la vide scuotere la testa e doveva ammettere che sembrava molto più in forma di quando era arrivata. Se non altro aveva perso quella magrezza assurda che aveva, o forse lui non era capace di osservare al meglio i dettagli delle persone.
    " Pensi che sono pericolosa vero? " Sembrava triste e si sentì un pò colpevole; sapeva che non era facile per una persona straniera comprendere gli obblighi a cui era sottoposto e forse aveva insistito troppo nel farle domande, scavare nella sua anima, facendola sentire magari inopportuna. Si grattò pensosamente il mento. " Non è questo.. sento il tuo cosmo, potresti anche essere una di noi ma quello che vorrei capire è come sei arrivata qui e cosa c'è nel tuo passato.. Non mi sei di peso se è questo che pensi ma non è giusto che tu stia qui, quando sicuramente hai una vita altrove che ti attende. " Cercò di spiegarsi, sorridendo anche per farle capire che doveva credergli e che voleva solamente aiutarla. " Mi dispiace non essere in grado di ridarti la tua quotidianità. "
    Non gli era mai accaduto un fatto del genere in tutta la sua vita, era un'abitudine cercare di alleviare la sofferenza di chi lo circondava e gli era sempre piaciuto poter risolvere i problemi; questo non era un problema però gli stava a cuore ugualmente, forse perchè lei sembrava essere tutta speciale. Anche non conoscere il suo nome lo rodeva, tanto che ebbe un'idea. " Siccome non so come ti chiami, è meglio che te ne assegni uno io.. ti piace Homotsu? "
    Sperava di no, che lo trovasse troppo complicato. Non aveva nulla contro quel nome anzi, era veramente delizioso, ma avrebbe potuto darle un nome greco, non era necessario attingere alla propria lingua: era troppo sentimentale, ecco, forse perchè la vedeva un pò come una tenera nipotina venuta a ricordargli che la vita non era solo guerra e solitudine.
    Lei annuì. " Oh si, se piace a te, a me va benissimo! " Sion trovò molto curiosa quella frase ma non trovò motivo di replicare, sembrava proprio contenta visto che il cosmo irradiava sensazioni positive. " Sono molto belle queste armature. " Fu proprio lei a cambiare discorso, riferendosi alle dorate cloth che aveva ammirato mentre saliva per fargli visita; era rimasta affascinata dalla magia del luogo, e a modo suo provava molto affetto per questa famosa Atena e anche per lui, che l'aveva accolta senza pensarci troppo. Sapeva che era molto anziano ma lei non ci pensava, non sentiva l'età importante per affezionarsi a qualcuno ma non lo disse.
    " E' vero, e sono anche molto potenti ma di solito la loro storia è intrisa di sangue: sarebbe molto meglio se fossero semplici oggetti. " Spesso l'aveva pensato, in ricordo del sangue versato due secoli prima durante la guerra sacra: compagni morti per la giustizia, e solo lui e Dohko a rappresentare ora un'epoca perduta nel tempo. Era stato ingiusto. " Hai ragione ma a volte è necessario per mantenere l'equilibrio nel mondo.. " Homotsu era leggermente pensierosa e non si accorse che Sion era rimasto colpito da quella frase; aveva già detto cose strane, come se comprendesse il mondo in cui vivevano. A chi apparteneva quel cosmo, a quale divinità poteva mai essere legata quella ragazza? Ebbe un'idea, forse un pò folle ma a cui poteva ricorrere. " Vieni, voglio mostrarti un posto speciale. "
    Lo Star Hill era molto speciale in effetti, era dove lui e tutti i suoi predecessori si erano recati per carpire i segreti delle stelle ed interpretarli, così da scongiurare o limitare i pericoli durante le guerre sacre e prevedere l'arrivo della loro tanto amata Dea; dubitava di poter scoprire qualcosa riguardo a Homotsu ma non si sentiva di escludere nulla. " Dammi la mano e non lasciarla per niente al mondo. " Così le disse gentilmente una volta al di fuori delle mura del Santuario; non era il caso di arrivare a piedi sullo Star Hill, per lei sarebbe stata una fatica enorme, molto più rapido e pratico il teletrasporto; sentì una curiosa sensazione quando lei strinse le dita contro le sue, sembrava che ci si aggrappasse e poi sparirono.
    Ricomparirono un secondo più tardi, alle porte del sacro luogo che non visitava da quando lei era arrivata. Da quello che ne sapeva nessuna donna aveva mai messo piede lì, a parte forse qualche reincarnazione di Atena, e per un momento si chiese se non stesse commettendo un sacrilegio. " Oh che bello! " La voce carica di emozione di Homotsu lo distolse dai suoi pensieri, ed osservò la fanciulla camminare per il luogo con grazia, come se ne comprendesse la sacralità e cercasse di non commettere azioni strane.
    Camminava, semplicemente, e lui la osservava; sembrava curiosa ma non invadente e gli fece solo qualche domanda prima di mettersi a fissare il cielo stellato che pareva essere lì solamente per essere ammirato. Così le spiegò a che cosa serviva lo Star Hill, si sentiva in dovere di dirglielo in fondo l'idea di arrivarci era stata sua e anche se lei non aveva domandato nulla, percepiva la sua curiosità.
    Come immaginava le stelle non avevano nulla da dirgli, sembravano silenti spettatrici di quell'incontro. " Sei fortunato, Sion, hai un posto tutto tuo dove rifugiarti quando lo desideri.. " Homotsu pareva improvvisamente triste, come se la nostalgia fosse emersa prepotente in quel giovane corpo per ricordarle che in fondo era solamente un ospite. Le poggiò una mano sulla spalla, sentendosi quasi millenario con quel gesto. " Non è mio, molti prima di me l'hanno visitato e molti altri mi succederanno.. sono solo uno tra tanti. " Pronunciò quelle parole con la consapevolezza, per la prima volta, della realtà di quanto aveva detto: era solamente uno tra i Gran Sacerdoti, non il primo, non l'ultimo e neppure l'unico. Per un momento si chiese a cosa serviva quella vita ma non lo disse, rimanendo sorpreso da quel gentile abbraccio. Non se l'aspettava.
    " Non è vero, non sei solo uno.. per me sei tutto ciò che ho.. " Parole impulsive ma sincere, che Homotsu non era riuscita a trattenere così come quel gesto; voleva fargli capire quanto fosse importante per lei la sua presenza ma non era sicura che lui lo volesse comprendere e ne fu certa da quel silenzio; anche se aveva ricambiato, di certo non aveva compreso a fondo ciò che intendeva dire. " Sei molto gentile, cara, ma anche questo cambierà ed è proprio ciò che desidero, restituirti i tuoi affetti così potrai tornare nel tuo mondo. "
    Ma la ragazza non era sicura che fosse ciò che desiderava lei; all'improvviso capì che non voleva niente dalla vita, le bastava avere incontrato lui e non desiderava nient'altro. E capì anche che non sarebbe stato facile farglielo accettare, non voleva essere vista solo come una semplice comparsa nella sua vita e sapeva che si sarebbe dovuta impegnare molto: nonostante l'età avanzata voleva essere amata da quell'uomo e ci sarebbe riuscita. Anche a dispetto di tutti i problemi che avrebbe potuto incontrare.

    Come ben immaginava, Sion non si era per nulla reso conto di quello che lei provava; nelle settimane successive rimase molto sorpreso dalle mille premure che Homotsu aveva per lui ma senza fare nessun collegamento. Spesso gli portava in dono i piccoli fiori selvatici che crescevano in Grecia, per abbellire il suo tempio gli aveva detto, e si prendeva molta cura anche della casa dell'Ariete. Sion era molto colpito da quel modo di fare, e un paio di volte si era sorpreso ad ammirarla; nonostante la maschera non aveva dimenticato i particolari occhi rossi, e spesso si constringeva a ricordarsi che Homotsu era un pò troppo giovane per farsi osservare così da lui. Eppure sembrava impossibile non notarla, era fresca come una rosa e irradiava una serenità contagiosa, ed era molto allegra; non aveva scoperto proprio nulla su di lei, nè notato movimenti strani.
    " Pensavo di farti addestrare.. " Fu ciò che le disse quel giorno quando, come di consueto, era salita fino al tredicesimo tempio per prendersi cura di quei fiori che gli portava e, sentendo quelle parole, l'umore della ragazza sprofondò. Aveva sperato, con il tempo, che Sion capisse ciò che aveva nel cuore ma lui pensava solo ai doveri, senza accorgersi di nient'altro. " Io.. non so.. " Pensò che potesse essere una buona idea, non fosse altro per stare a contatto con lui di più senza cercare scuse ma le pareva di approfittare di qualcosa.
    " Se non ti va non importa.. era solamente un'idea, non vorrei che ti annoiassi qui. " Il Santuario non era certo il posto più adatto ad una ragazza giovane come lei, e si sentiva in colpa tenendola lì ma non poteva fare altro. Anche le stelle tacevano, rendendogli difficile il compito. " Però ti consiglio di riposarti, io devo uscire dal Santuario per un pò e se ti va puoi anche stare qui. " Doveva fare il solito giro di controllo, per assicurarsi che tutto fosse in ordine anche all'esterno; per un momento pensò di portarla con sè, anche solo per pochi minuti ma era troppo pericoloso. Tuttavia restò sorpreso quando fu lei a dirgli che avrebbe avuto piacere ad accompagnarlo, se attendeva un pò che si cambiasse.
    Non aveva neppure risposto che si era fiondata giù per le scale, prima che lui potesse replicare. " Giovani.. " Sorrise Sion, pensando che in fondo lei aveva mille vantaggi con quell'età; era solamente riuscito a scoprire che aveva circa venticinque anni, dimostrandone però molti di meno, e che erano le stelle del Leone a vegliare su di lei. In alcuni momenti gli aveva ricordato Regulus, il piccolo genio anche lui perito in una sanguinosa battaglia. Dopo un'oretta circa decise di scendere, impreparato di fronte a quei preparativi che la ragazza aveva fatto: indossava un chitone blu scuro, uno di quelli che aveva fatto acquistare per lei dato che non aveva abiti personali, ed aveva messo qualche goccia di acqua di rose.
    " Sei splendida ma per una semplice passeggiata fuori non so se ne valesse la pena.. potresti sporcarti.. " Era rimasto incantato, ed era anche un pò orgoglioso di farsi vedere con a fianco una persona così affascinante; sapeva bene che l'avrebbero compatita vedendolo con lui che veniva chiamato vecchio ma non gli importava. E neppure a lei, perchè sembrava semplicemente contenta.
    Quel giorno Sion compì il solito giro della città, facendosi notare da molta gente che lo salutava con rispetto: era molto noto come gran Sacerdote, e molti si chiedevano chi fosse la ragazza vicino a lui. Dalla maschera ne dedussero che forse si trattava di un'apprendista ma nessuno fece domande, mentre i due camminavano; Homotsu guardava le vie di Atene con crescente interesse, sorvegliata silenziosamente da Sion che sperava di carpirle qualche involontaria informazione. Niente, nulla si scoprì, sembrava una comune fanciulla dotata solo di un mistero potente quanto il cosmo che ora pareva nascosto. Furono così di ritorno alcune ore dopo, verso sera, quando la ragazza manifestò il desiderio di vedere il mare.
    Per un momento Sion rimase perplesso ma acconsentì con un sorriso gentile, in fondo cos'era una visita alla città senza ammirare le onde dello splendido mare greco? Notò che era molto silenziosa mentre lo osservava, persa in chissà quali pensieri.
    " Sion? "
    La voce di Homotsu era improvvisamente timida, e lui le sorrise per rassicurarla. " Dimmi. " Forse le era venuto in mente qualche dettaglio, magari guardare il mare le era servito anche se era stata così silenziosa. Non capiva il motivo di quell'attesa, e gli dispiaceva quasi che portasse la maschera ma le regole..
    " Io.. ecco.. " Perse improvvisamente il coraggio, per ritrovarlo subito dopo " io.. sono innamorata di te !" Per un momento l'uomo si disse che doveva avere sentito male.. non c'era altra spiegazione ma quel silenzio era diventato improvvisamente pesante. " Cosa?! Ma.. ma non scherziamo su, lo sai che sono il Gran Sacerdote e sono abbastanza vecchio da essere un tuo antenato. " Aveva voluto scherzare, Sion, ma non era preparato alla sua reazione; si era stretta al suo braccio. Diceva davvero?
    " Beh non lo sei.. quindi dov'è il problema? " fu l'allegra replica che lo lasciò stravolto. Sul momento aveva creduto che Homotsu volesse burlarsi di lui e cercò di far finta di non avere sentito nulla. " Dobbiamo rientrare. " La voce per la prima volta suonò decisa, come se le stesse dando un ordine, e si avviò verso il Santuario. Si accorse però di non essere stato seguito e quando si voltò la vide ancora ferma dove l'aveva lasciata, la maschera a terra e il volto che lo osservava. Piangeva? E perchè l'aveva tolta all'improvviso? Ritornò indietro di qualche passo, incerto. " Che cos'hai?"
    Si sentiva infastidito, non voleva più sentire quelle parole che l'avevano profondamente sconvolto, e che credeva fossero state dette solo per riconoscenza; a volte succedeva in quei casi, e forse Homotsu si sentiva in debito verso di lui ma non intendeva permetterle di continuare quello che secondo lui era un gioco; eppure, sondando col cosmo quelle emozioni, si rese conto che celava un dolore cocente e che non mentiva.
    Pensò all'assurdità della situazione. Lei così giovane e affascinante, e ricca di mistero, e lui vecchio e vincolato da un giuramento che aveva più di due secoli; certo, anche senza quello rimaneva comunque un guerriero di Atena, non poteva esserci nessuna chance per loro. E poi non era così pazzo da permetterglielo, in fondo la differenza d'età era rilevante.
    " Ascolta.. non volevo offenderti ma io penso che tu ti sia solo lasciata trascinare dalla situazione. In fondo non hai appigli, sei sola e non ricordi chi sei stata.. " Cercava disperatamente una giustificazione che gli consentisse di apparire credibile ma rimase sorpreso sentendola così vicino, si sentiva improvvisamente vulnerabile e invece di allontanarla da sè, approfondì quel bacio che lei gli aveva dato. Non si sarebbe mai immaginato di trovarsi nella vita, specie a quell'età, a baciare una donna ma non riusciva a farne a meno; era bastato un innocente contatto tra le loro labbra per fargli perdere la ragione, ed indurlo a chiedersi perchè non poteva averla.
    " No! " Era una secca sillaba, che sancì la fine di quell'idillio; Sion non voleva permettere a quelle sensazioni di annebbiargli la mente e fargli dimenticare i propri doveri, e si sentì quasi straziare sentendola piangere. Era incredibile però, non si era sentito colpevole di quel bacio, gli era sembrato giusto e normale, pur sapendo che si trattava di un frutto proibito. " E' ridicolo tutto questo, Homotsu, non solo perchè tu non sai chi sei e io sono il Sacerdote di Atena.. La differenza di età è eccessiva, e non voglio più che tu faccia o dica qualcosa del genere o sarò costretto ad allontanarti. " Era severo come mai era stato con lei ma lo doveva fare; quella dolce follia di quei minuti doveva essere tenuta a freno e se lei non ne era capace, allora l'avrebbe fatto lui. Non ebbe risposta se non quei lunghi e devastanti singhiozzi; solo un'ora prima avrebbe potuto abbracciarla e consolarla ma ora che conosceva ciò che provava, non poteva farlo. Era un reato in fondo, almeno per lui, e non desiderava approfittare di lei. L'onore glielo impediva, e anche quello sconosciuto sentimento che sembrava essere apparso all'improvviso.
    Non era sbagliato quel nome che le aveva dato; Homotsu significava tesoro, e lui avrebbe protetto quel tesoro ma non si sarebbe arrischiato ad aprire il forziere. " Va bene.. " La risposta di lei arrivò, come si attendeva, ma pareva priva di vita, priva di volontà: l'aveva detto solamente per lui, per non essere costretta a non vederlo più ma non ci credeva veramente. Lo seguì in silenzio rientrando al Santuario e non lo vide più per parecchi giorni. Non sapeva che lui stava cercando per lei una sistemazione altrove, di modo da consentirle una vita lontano da lì.







    u.u e buongiorno <3 come vedete la cara Homotsu soffreT__T tutta colpa tua Sion<.<*lo picchia* però ce lo vedo a reagire a questo modo, insomma, lui è molto ligio al dovere(troppo nd homotsu) e poi sono comunque alltri tempi(1957), dove sicuamente la visione dell'amore era molto diversa, specie in quell'ambiente. anche il fatto che sia lei a prendere l'iniziativa è una cosa ardita per quei tempi, ma spero non venga giudicato male^^ in fondo era solo un bacettino innocente, è lui che ha approfondito U____U
    ora vi lascio meditare e ipotizzare su cosa accadrà, se il vecchio Sion cederà o no(come se non lo sapessimo XDD)e come sopratutto

     
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    CAP. 4 - 4


    Atene, 1957

    Un'ancella si inchinò a Sion, il quale ne percepì la preoccupazione e la invitò a parlare. " Sommo Sacerdote, la ragazza non vuole saperne di mangiare, si limita a piluccare qualcosa e quando le ho detto che erano vostri ordini... beh.. " Era imbarazzata, la giovane ragazza aveva pronunciato una serie di parole in una lingua che non aveva compreso ma pensava fossero malefici, o qualcosa di simile. Sion era sorpreso. Non si recava da giorni fuori dal palazzo perciò non sapeva cosa lei stesse facendo, eppure aveva percepito quel cocente dolore sprigionarsi proprio dalla casa dell'Ariete ma aveva voluto ignorarlo.
    Gli sembrava incredibile che avesse veramente pronunciato quelle parole, le sentiva quasi rimbombare nella mente e si sentiva colpevole; forse avrebbe dovuto limitarsi a curarla quel giorno e ad affidarla ad una delle istituzioni cittadine ma quel cosmo l'aveva frenato. Se fosse esploso, o emerso, sarebbe stato colpevole di una strage di innocenti e non era il suo desiderio; se fosse stato possibile cancellare l'episodio sulla spiaggia l'avrebbe fatto ma non ci riusciva. Inconsciamente si sentiva responsabile di averla parzialmente incoraggiata, e non riusciva a comprendere quel brivido che l'aveva scosso durante quel bacio; a sorprenderlo poi era il fatto di essere praticamente certo che da qualche parte, nascosto nella sua anima, ci fosse un pezzo di lui che gli diceva di non badare a quelle piccolezze e andare da lei. Ma questo era impossibile. L'età era certamente troppo avanzata, non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere, e i doveri da Gran Sacerdote vietavano tutto ciò. E nonostante questo, sapeva di essersi affezionato a lei.. non come ad una strana nipotina come aveva pensato subito ma come donna: dominava costantemente i suoi pensieri, rendendolo agitato e pregava spesso la sua Dea perchè lo perdonasse per quei sentimenti inadatti al suo rango. Non aveva mai ricevuto però risposta, come se la scelta dipendesse solo ed unicamente da lui. " E' inutile forzarla, ci penserò io. "
    Una visita alla ragazza era l'ultima cosa che avrebbe dovuto fare e ne fu certo quando la vide; aveva sempre la maschera sul volto ma ne percepiva il dolore trasudare dalla pelle, tutta la dimora pareva essere triste con lei e lui si sentiva quasi un assassino. " Ti ho trovato un posto dove potrai stare, ti ci troverai bene. " Le disse in tono formale. Un piccolo centro per orfani, dove avrebbe potuto impiegare il suo tempo, e lui si sarebbe limitato a controllarne il cosmo per evitare eventuali tragedie; percepì la sofferenza ma cercò di ignorarla.
    " Hai trovato come liberarti di me? Bravo. " Parole che gelavano, e lo facevano sentire colpevole di volerla mandare via. Per la prima volta perse la pazienza anche se cercò di controllare i propri scatti. " Smettila, lo hai sempre saputo che non saresti rimasta qui in eterno e.. " ma lei si alzò da quel letto, dove fino ad un momento prima era rimasta distesa a sfogare un dolore che non voleva cessare.
    " Si è vero ma non pensavo mi avresti scacciata a questo modo.. sai che cosa ti dico? Vacci tu dove vuoi mandare me, preferisco uscire da qui e morire piuttosto di.. " Non terminò la frase, che sarebbe suonata diversa da come lui la immaginò; non credeva che preferisse morire invece di provare a costruirsi una vita, ed ignorava che in realtà avrebbe voluto dirgli che preferiva morire piuttosto che stargli lontano. La ragazza gli voltò le spalle, arrabbiata con quel destino che non capiva e anche con quell uomo che non riusciva ad odiare; proprio in quel momento un cosmo fece il proprio ingresso destando l'attenzione di Sion. Non era particolarmente potente eppure sembrava inquietante, violento: chi osava disturbare la pace del Santuario? Un soldato gli corse incontro e Sion notò con preoccupazione che era sporco di sangue. " Signore, un uomo sta seminando il panico all'ingresso. Dice di essere un cavaliere ed insiste affinchè lo incontriate e sta combattendo contro i cavalieri d'argento! "
    Per un momento il Sacerdote maledì il fato che lo costringeva ad affrontare un nemico proprio quando aveva qualcuno ospite all'interno del Santuario. " Portala su al tredicesimo tempio, immediatamente. " Per quanto desideroso di allontanare Homotsu quello non era il momento giusto, e poteva solamente metterla al sicuro, lontano da un probabile pericolo. La vide protestare ma fu irremovibile, e scese fino all'ingresso solo quando fu certo di percepire la presenza della giovane allontanarsi sempre più verso la cima.
    " Siete voi il Sacerdote? " La voce era arrogante e proveniva da un giovane avvolto da un'armatura molto particolare, fatta forse.. di acqua? Di sicuro Sion non aveva mai visto nulla del genere ma non se ne preoccupò, posizionando un potente Crystal Wall a difesa del gruppo dei Silver Saints feriti: sembravano non avere avuto molta fortuna visto il sorrisetto sarcastico dell'altro. " Sono io e tu chi sei e perchè sei giunto fin qui con intenti violenti? Se mi volevi solo parlare tutto ciò potevi evitarlo. " Indicò il gruppo dei guerrieri, che si stavano rialzando a fatica e allontanando dietro suo ordine: era molto bello, pareva un angelo fu la riflessione di Sion mentre lo osservava. Aveva delle ali l'armatura. Rise. " Io sono Safirio, rappresentante della divina Gea. Vengo a suo nome a liberare la figlia che voi avete avuto l'ardire di rapire. "
    Sion inarcò un sopracciglio. Gea? E da quando era ritornata sulla Terra? Era colei che, almeno stando alle sue informazioni, proteggeva il pianeta basandosi sugli elementi e sapeva che i suoi guerrieri traevano la forza dalla composizione terrestre; certo che era un'accusa assurda. " Non credo che sia vero, qui non c'è nessuna figlia della tua divinità. " Ma aveva appena parlato quando, per un momento, pensò ad Homotsu. E se si stesse riferendo a lei? Poteva essere quello il mistero, celato dietro quella misteriosa ragazza? No, in fondo lui non aveva rapito nessuno ma solamente aiutato.. Con la mente leggermente dubbiosa tornò a rivolgere la propria attenzione a lui, squadrandolo in modo sospetto. " Gea non sbaglia mai, sua figlia è qui perciò consegnatemela: sua madre ne sente la mancanza e non intende scatenare la guerra con Atena. " Ma Sion non ci credeva, il solo modo di fare di Safirio, che aveva attaccato senza motivo il Santuario, era il segno che c'erano intenzioni bellicose e lui certe cose non le tollerava; ripensò a questa misteriosa figlia ma era difficile inquadrarla, secondo la mitologia Gea aveva, come tutte le divinità o quasi, una miriade di figli.ù
    " Se sua madre ne sente la mancanza, che venga lei.. già il fatto di mandare un estraneo a recuperare una figlia mi fa pensare che il suo solo desiderio sia tornarne in possesso e non vero affetto. " Forse era una sentenza un pò azzardata ma credeva fosse quella giusta, e di certo Safirio si sentì insultato per quella mancanza di rispetto verso la sua Signora. " Non osare, stupido umano! " In fondo Gea aveva ragione, gli umani erano tutti uguali e sua figlia non doveva assolutamente farsi contaminare da loro: peccato che la ragazza fosse costantemente in lotta con lei, sempre a disobbedire. Lanciò un tornado d'acqua verso Sion ma il Crystal Wall lo rimandò indietro con una facilità estrema, travolgendolo e lasciandolo decisamente malridotto. Non era così potente in fondo eppure era molto ferito; Sion gli si avvicinò, voleva saperne di più, se veramente si riferiva ad Homotsu lui doveva esserne informato. E di certo non avrebbe potuto rifiutarsi di consegnargliela, se era veramente una delle figlie di Gea. Poteva spiegare molte cose, come ad esempio il cosmo che la avvolgeva e faticava a controllare, così come la capacità di interloquire con le armature che tanto l'aveva colpito. " Se mi fai qualche informazione ti aiuterò a trovarla. "
    Non mentiva, se era lei almeno avrebbe saputo qualcosa in più e avrebbe potuto aiutarla, capire la ragione della memoria assente: ci doveva essere un motivo in fondo se non ricordava niente. Sorresse la testa del suo avversario, curandolo parzialmente e sorprendendolo; non si aspettava un gesto del genere ed era in qualche modo sorpreso da tanta comprensione. " E' lei! " Indicò col dito qualcuno dietro a Sion, che si voltò per vedere Homotsu correre verso di lui; era priva di maschera, forse nella foga della corsa l'aveva perduta ma sembrava non esserne minimamente preoccupata. In compenso però aveva percepito quel brevissimo scontro ed era corsa via, terrorizzata all'idea che potesse essere ferito o qualcosa del genere. Safirio rimase esterrefatto vedendola abbracciare letteralmente Sion, sorpreso da tanta enfasi e anche dispiaciuto al pensiero di averla fatta preoccupare ma non la scostò.
    " No! Non potete fare questo, vostra madre rimarrebbe sconvolta all'idea che possiate affezionarvi ad un umano! E' contro natura, lo sapete bene! " E quante volte aveva sentito Gea minacciare la figlia, di limitare il contatto con gli esseri umani al solo scopo che aveva, ma aveva ragione di credere che non l'avesse mai ascoltata. Però mai, prima d'ora, l'aveva sentita tanto legata a qualcuno. Sion fece per parlare ma venne anticipato dalla ragazza, che per la prima volta si rivolse a Safirio. " E tu dì a mia madre di smetterla con queste chiacchiere, sono grande abbastanza da sapere cosa fare della mia vita! Torna e dille questo, e anche che non tornerò mai da lei perchè.. beh lo sa il motivo. Ora vattene o ti ucciderò per avere levato la mano su di lui! "
    Il cosmo di Homotsu vibrò, come a voler intendere che la giovane volesse veramente mettere in pratica quelle minacce; Sion era sconvolto, vedendola per la prima volta parlare.. come se sapesse davvero chi era. Aveva mentito tutto quel tempo, fingendosi una persona senza nulla? E rimase ancora più colpito quando Safirio si rialzò e, dopo essersi inchinato a lei, era letteralmente scomparso lasciandoli soli. " Lo conosci?"
    Non riuscì a trattenersi dal chiederglielo, doveva sapere.. in fondo quello era pur sempre territorio di Atena e lui ne era responsabile; la osservò, pareva stanca, come se fosse sfibrata e la sorresse per evitarle di accasciarsi a terra. " Io.. non lo so.. l'ho visto e ho.. ho ricordato alcune cose, pezzi di vita.. oh cielo, io non posso rimanere qui avevi ragione, potrei mettere in pericolo tutto.. " Sembrava improvvisamente angosciata da ciò a cui aveva assistito, e Sion era spiazzato. Allora era vero, se lei era figlia di Gea non avrebbe mentito fino a quel punto e le sorrise, per rassicurarla. " Non ti devi preoccupare per questo, forse ho avuto un'idea. "
    Sarebbe andato in visita a Dohko e l'avrebbe portata con sè, forse lui avrebbe potuto suggerirgli un modo di affrontare la situazione al meglio per il bene di tutti. La prese gentilmente in braccio e la posò sul letto: sarebbe stato necessario molto riposo prima di farle altre domande. Quella notte non si allontanò dalla dimora dell'Ariete onde evitare nemici improvvisi in arrivo per coglierlo di sorpresa.


    bene u.u eccoci... cortino mi sa, vero' vabbè questo è u.u comunque ora sapete qualcosa in più, spero che vi piaccia u.u vi lascio sbizzarrirvi su quale sia, tra le figlie di gea xddddd e nel prossimo tutti in gita dalla vecchia prugna! chissà se dirà a sion di darsi da fare ahahahahaha



     
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    Mi è piaciuto molto questo ultimo capitolo. Al di là delle paturnie mentali di Sion si stanno scoprendo interessanti altarini. Figlia di una Dea... wow!!! Ora sono curiosa!!! :P
     
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    In attesa di notizie dall'Autrice questa fanfiction viene considerata SOSPESA.
     
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