KATUMA - IL GIOCO DEL POTERE

Capitolo 4

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    KATUMA - IL GIOCO DEL POTERE
    Cap. 4


    Mentre Re Kaio annaspava alla ricerca di una soluzione qualcuno, come lui ben sospettava, stava osservando tutto attraverso la “finestra” dimensionale anche se poteva solo “vedere” non “sentire” quello che accadeva tra i due. L'abitudine ad un'esistenza dove il tempo non ha alcun valore gli permetteva di non provare ansia per quel tergiversare del saiyan. Del resto gli aveva ordinato di non generare sospetti e qualunque cosa si fosse inventato di dire all'azzurrognolo Dio inferiore non era un problema per lui. Ciò che contava era il risultato finale anche perché Vegeta, in fondo, era solo lo strumento temporaneo della sua ascesa, nulla più.

    Ignaro di tutto ma non meno sospettoso della realtà dei fatti Re Kaio del Nord osservò con palese preoccupazione il volto teso del Principe. Conosceva abbastanza le regole che reggevano il mondo degli inferi da sapere che in virtù di quella “pergamena”, che poco prima l'altro gli aveva mostrato, l'anima di Vegeta apparteneva ora alla più pericolosa entità demoniaca di tutte le dimensioni e universi. Cosa doveva fare? Forse era stata una sua scelta o forse era stata un'imposizione, invero non gli era dato di saperlo anche perché il saiyan era alquanto parco di informazioni al riguardo. Pareva solo avere una fretta terribile. Che fare?
    Doveva seguirlo, era l'unico modo per scoprire i piani di Katuma, ma doveva fare in modo di avvisare qualcuno di quello che stava accadendo. Nervosamente lasciò spaziare lo sguardo verso il campo di allenamento. C'erano pochi guerrieri in quel momento e di fatto nessuno si stava interessando a loro due. Se solo ci fosse stato Goku, conoscendo meglio di chiunque altro Vegeta forse avrebbe potuto avere ragione di quel suo testardo modo di fare, se solo....
    *Oh, cielo! Ma certo. Come ho fatto a non pensarci prima* si disse dandosi mentalmente dello stolto. Ovunque fosse il ragazzo avrebbe potuto percepire una sua trasmissione telepatica. Poche parole ma sufficienti a spiegare la situazione drammatica ma senza mettere a repentaglio l'esistenza presente e futura dell'anima del Principe. Sì, poteva funzionare.
    *Goku, ragazzo mio riesci a sentirmi?* pensò tentando di contattare telepaticamente il saiyan sperando non fosse intento a mangiare o non lo avrebbe ascoltato neanche se gli avesse rotto i neuroni con il più acuto dei pensieri. Tirò tuttavia un lieve sospiro di sollievo non appena percepì il suo squillante “Si”.
    *Figliolo siamo nei guai. Raggiungi Re Enma il prima possibile e avvisalo che il suo gemello è tornato lui capirà e …*.

    Kaio ci stava mettendo troppo tempo a decidersi e Vegeta, rimasto in attesa della risposta, non aveva ancora fatto ulteriori pressioni solo perché rammentava l'ordine di non nuocergli e soprattutto di passare inosservato ma stava, decisamente, perdendo la pazienza. Notò, all'improvviso, come le appendici sulla testa di Re Kaio si fossero tese e questo lo insospettì ma, stranamente, non fece domande si limitò ad agire.
    “La smetta di perdere tempo. Mi segua … ora! ”.
    Il buon Kaio era consapevole che ormai non poteva tergiversare oltre. Meglio non irritare quel testardo di un ragazzo e fare come gli chiedeva.
    “D'accordo. Adesso calmati Vegeta. Non c'è ragione di usare la forza verrò con te, ma permettermi di dirti che per quanto lui ti abbia promesso quel foglio di carta non diverrà mai ciò che speri”.
    Vegeta si rilassò, a quanto pareva il barilotto azzurro era sceso a più miti consigli anche se non gli piacque la sua ultima osservazione.
    “Lo vedremo. Ora muoviamoci”.
    “Certo, certo” disse Kaio per poi alzare la voce e dire in tono tranquillo ai presenti. “Ragazzi continuate pure, io voglio testare in privato le capacità del nuovo arrivato. Ci rivedremo più tardi” bisbigliando poi al principe che sorrideva ironico al suo fianco “E non fare danni, questo posto è sacro” prima di seguirlo verso l'esterno della struttura.
    Il principe non rispose, il tempo di essere certo di non rientrare nel campo visivo di indesiderati testimoni e posò la mano sulla spalla di Kaio espandendo all'istante la propria aura e in men che non si dica entrambi sparirono alla vista.

    Goku era decisamente disorientato. Non aveva capito molto del discorso fattogli da Re Kaio, da quando Re Enma aveva un fratello? Vabbè non stava a lui fare domande ma a dire il vero era realmente incuriosito. Non capiva poi perché Kaio lo avesse messo in guardia dal diffidare della sua persona in futuro.
    “Perché?” aveva chiesto disorientato prima di sentirsi rispondere in tono secco “Perché te lo chiedo io. Oh, insomma per una volta potresti fare quello che ti dico senza fare troppe domande? Non ho tempo ora per spiegarti. Tu avvisa Re Enma e digli esattamente quello che ti ho riferito lui saprà cosa fare e … accidenti non posso più farlo aspettare si sta innervosendo. Io ora vado, ah digli inoltre che gli spiriti, di cui si scorda sempre, vagano con il corpo” poi era stato solo silenzio nella sua mente e per quanto ci avesse provato non era più riuscito a contattarlo in alcun modo. Non sapeva il perché ma sentiva puzza di guai. Voltandosi a cercare Paikuhan gli disse.
    “Emh! Re Kaio mi stava cercando, devo tornare al palazzo di Enma riesci a risolvere tu questo pasticcio?” chiese grattandosi la testa con un sorriso di scuse stampato sul volto. L'altro, ormai abituato al suo modo di fare, si strinse nelle spalle prima di rispondere serafico.
    “Va pure” mentre riprendeva a tirare cazzotti a destra e manca per sedare l'ennesima rivolta degli inferi. Possibile che da quelle parti non ci fosse mai un momento di tregua?

    Violacea oscurità, così gelida da penetrare le ossa che in realtà non aveva più. Re Kaio deglutì a vuoto quando si ritrovò catapultato in quella dimensione così tetra dove il nulla regnava sovrano e solo uno spartano triclinio in pietra grezza faceva bella mostra di sé al centro. Disorientato Re Kaio cercò di sondare tra le ombre ma non vide anima … beh viva lì era impossibile.
    “Dove siamo?” chiese soltanto realizzando la presenza di Vegeta, a braccia incrociate, al proprio fianco.
    “Non ne ho la più pallida idea. Quando mi sono ritrovato con il mio corpo ero disteso lì” fu tutto quello che ottenne in risposta e, questa volta, ebbe l'impressione che il saiyan fosse totalmente sincero.
    “Ebbene, e adesso?” chiese con un breve sospiro il “sequestrato” ma non fu il Principe a parlare bensì Katuma che si manifestò innanzi a loro come l'usuale sfera di energia opalescente.
    “Benvenuto nel mio misero e modesto regno, Re Kaio” disse con voce cordiale, anche troppo alle orecchie del bonario custode della Galassia del Nord.
    “Che cosa vuoi da me?” chiese quest'ultimo in tono basso e pratico, non gli serviva a niente provocarlo semmai cercare di carpirne i piani. Mai fosse riuscito ad uscire di lì poteva tornare decisamente utile.
    “Oh, niente di particolare solo che tu acconsenta a fare da “mediatore” con mio fratello” iniziò a dire il demone prendendo a girellare intorno al duo con Vegeta che osservava tutto in attento silenzio.
    “Mediatore per cosa?” chiese sudando freddo, non sapendo bene se per il luogo o per ciò che temeva di sentirsi dire. Non gli piaceva ciò che la sua mente stava iniziando a sospettare.
    “Lo scoprirai presto, non temere” fu tutto ciò che ottenne prima che il demone progenitore donasse di nuovo la propria attenzione all'alleato prezioso, almeno sino a quel momento.
    “Vegeta devo dire che hai svolto un ottimo lavoro. Sono soddisfatto ma non è ancora tutto. Hai sprecato un po' troppo del tempo a tua disposizione ma non così tanto da rovinare i miei piani”. Il principe prese quelle parole con una certa indifferenza, come se dei suoi elogi o rimproveri invero non gliene fregasse niente ma Katuma era già tornato a concentrarsi sul loro ospite.
    “Ed ora, mio caro Kaio … mi prenderò il tuo corpo”.
    Quella frase rimase sospesa nell'aere come un palloncino pieno d'acqua che poi, inevitabilmente, giunto al suolo detona e prima che Kaio o il saiyan potessero reagire, o anche solo pensare di profferire verbo, la sfera opalescente si trasferì nel corpo della povera divinità prendendone pieno controllo in modo agghiacciante. Infatti il corpo sussultò, divenne terreo irrigidendosi come se fosse divenuto improvvisamente di marmo, per poi vomitare dalla bocca una nuvoletta azzurra che iniziò a vagare disorientata tutto attorno. Vegeta, totalmente spiazzato da quella mossa, rabbrividì inconsapevolmente mentre con lo sguardo di pece osservava quella che doveva essere l'anima del dio minore vagare spaesata e, poteva percepirlo, in preda al panico. Che diamine, aveva supposto che Katuma volesse Kaio perché lui era benvenuto sicuramente al cospetto di Re Enma e pertanto usarlo per ottenere di far cadere in una trappola il fratello ma non si sarebbe aspettato quello. Cos'aveva detto? Certo che finché regnava Enma lui non poteva manifestarsi nella sua reale natura e quindi l'unico modo per girovagare per il regno dei morti era quello di possedere un corpo altrui. Merda, sperava solo non gli balenasse in testa di fare la medesima cosa con il suo che a dirla tutta ne aveva avuto a basta di Babidi. Stava rimuginando inquieto sulla faccenda quando Katuma/Kaio, quel che era, prese la parola.
    “Su Vegeta, è ora di recarci da mio fratello. Tu resta in silenzio e lascia parlare me e tra meno di un'ora tutto sarà finito” lo istruì non appena il controllo del corpo nuovo fu totale.
    Il saiyan gli lanciò un'occhiata in tralice prima di chiedere in tono piatto.
    “E di lui che ne sarà?”.
    Le nere antenne del corpo ospite si tesero lievemente mentre si voltava a guardare il principe. “Ti ho già detto che io sono qui per riportare l'ordine. A tempo debito restituirò alla divinità della tua Galassia il suo corpo. Mi sorprendi, comunque, non pensavo il principe dei saiyan si curasse del destino degli altri” il tono tranquillo come se stessero discorrendo del più e del meno.
    Il saiyan sogghignò brevemente.
    “Ti sbagli, non mi importa niente di lui. Sono solo curioso” una risposta lapidaria e menefreghista, così ben congegnata da risultare assolutamente convincente tanto che strappò una risata al demone progenitore mentre entrambi attraversavano il varco dimensionale lasciando il povero spirito di Re Kaio del Nord , solo, vagare disperato in quella dimensione senza tempo.
    - continua -

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